Oltre l'Ordine by Jordan B. Peterson

Oltre l'Ordine by Jordan B. Peterson

autore:Jordan B. Peterson [Peterson, Jordan B.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: mylife
pubblicato: 2021-10-27T22:00:00+00:00


DISCIPLINA E UNITÀ

La disciplina che consente di concentrarsi su una cosa si costruisce da piccoli. Fin dalla più tenera età i bambini cominciano a organizzare volontariamente la molteplicità di emozioni e motivazioni che costituiscono l’istinto fondamentale della sopravvivenza in strategie di collaborazione e competizione con gli altri. I bambini ben seguiti e fortunati riescono a farlo in maniera socialmente desiderabile e al contempo psicologicamente sana. Quando l’esperienza autonoma del bambino è interrotta dall’emergere di un sistema istintuale (fame, sete, rabbia, stanchezza, freddo), il bravo genitore interviene per risolvere il problema che mina la fragile unità del figlio o, meglio ancora, gli insegna a risolverlo da solo. Una volta completato con relativa precisione quest’ultimo processo, il bambino è pronto per fare il suo ingresso nel mondo sociale, cosa che deve accadere entro i quattro anni d’età, altrimenti rischia di non succedere mai. 2 Per evitare l’ostracismo sociale a vita, a quattro anni il bambino dev’essere sufficientemente capace di organizzarsi da essere apprezzato dai propri pari. Un bambino che a quell’età fa ancora i capricci corre esattamente quel rischio.

Il processo d’integrazione è favorito dai pari – gli amici – per il bambino ben addestrato o abbastanza fortunato da essere accettato. Quando gioca con gli altri, il bambino s’impone una disciplina, ossia impara ad assoggettare tutti i suoi impulsi in competizione fra loro ai dettami del gioco. Nonostante la molteplicità di regole, si concentra su una sola cosa, imparando a sottomettersi di sua volontà alle norme e agli obiettivi ben definiti del gioco. Per giocare in questo modo deve trasformarsi in una sottounità funzionale di una più grande macchina sociale, cosa che può essere interpretata come un sacrificio dell’individualità, volendo definire quest’ultima come la scelta illimitata della gratificazione impulsiva. Molto più precisamente si tratta invece dello “sviluppo” dell’individualità a un livello superiore: l’individuo equilibrato e integrato mitiga i desideri del presente con le necessità del futuro, compresa quella di giocare bene con gli altri. È così che i multiformi giochi dell’infanzia smorzano la cacofonia di strilli. I risultati di tale sviluppo sono, naturalmente, la sicurezza dell’inclusione sociale e il piacere di giocare.

Attenzione, qui non si tratta di “rimozione”, e questo è un punto da chiarire, perché molti credono che le cose che non possiamo fare perché c’imponiamo una disciplina sono perse per sempre. In larga misura è questa convinzione – spesso espressa a proposito della creatività – che fa temere a molti genitori di danneggiare i figli abituandoli a una disciplina. In realtà una disciplina adeguata organizza, non distrugge. Un bambino che obbedisce per paura o perché privato di qualsiasi opportunità di comportarsi male non è disciplinato, bensì maltrattato. Per contro, un bambino abituato alla disciplina – dai genitori, da altri adulti e in particolare dagli altri bambini – non combatte, sconfigge e poi inibisce definitivamente la propria aggressività. È un bambino che non sublima nemmeno l’aggressività, né la trasforma in qualcosa di diverso, al contrario la integra nella sua capacità sempre più raffinata di giocare, permettendole di alimentare la sua competitività e



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